Sono passati cinquant’anni dalla prima volta in cui calcai le tavole del palcoscenico. Ho pensato di festeggiare quest’anniversario raccontando i passaggi artistici più importanti e più significativi, dalla mia adolescenza alla mia inoltrata maturità, attraverso ricordi, foto, locandine, interviste, registrazioni.

Spero di trovare lettori interessati a conoscere l’approccio di una giovane donna al mondo del teatro negli anni ’70 e le variazioni e trasformazioni della sua attività lungo gli anni che sono seguiti.

Se s’intende il teatro come una vera e propria ricerca è inevitabile affrontare i successi come le sconfitte o le amarezze, nonché i cambiamenti che ad un certo punto si possono effettuare. Ricerca di se stessi innanzitutto che si combina e va di pari passo con la ricerca artistica. Ogni giorno, ogni anno è stato per me un cammino, come quando si percorre una strada ignota, densa di ostacoli e meraviglie.

All’inizio era tutto molto lento, non potevo avere una linea dritta e definita davanti a me poi, man mano che gli anni avanzavano, l’orizzonte si è fatto sempre più chiaro e il passo più spedito.

Così gli anni sono volati. Ma la vita artistica consente a chi la vive di restare in una dimensione accesa di creatività e di curiosità e questo rende appassionante anche il passare del tempo. E quando si giunge ad un’età più che matura il passato assume un’aura quasi leggendaria e fa piacere ricordare il lavoro fatto, gli incontri che si sono avvicendati, le speranze che ci hanno attraversato. Chiudo gli occhi e vedo tutto.